Tematica Papi

Papa Pio VI

Papa Pio VI

Dip.: Pompeo Batoni (1708-1787)

Notizie: (Cesena, 27 dicembre 1717 - Valence, 29 agosto 1799), Papa Pio VI, nato Giovanni Angelico o Giannangelo Braschi è stato il 250esimo vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 15 febbraio 1775 alla morte.Giovanni Braschi nacque a Cesena il 27 dicembre 1717 dal conte Marco Aurelio Tommaso Braschi e da Anna Teresa Bandi. Dopo aver conseguito il dottorato in legge si trasferì a Ferrara, dove divenne segretario personale del cardinale Ruffo, nei cui vescovati di Ostia e Velletri ricoprì la carica di uditore fino al 1753. La sua perizia nel condurre un'importante missione alla corte di Napoli gli guadagnò la stima di Benedetto XIV, che lo nominò suo segretario e canonico di San Pietro. Nel 1758 Clemente XIII lo nominò prelato e nel 1766 tesoriere della Camera apostolica. Molti si sentirono danneggiati dalle avvedute economie da lui realizzate, tanto da indurre Clemente XIV a promuoverlo cardinale del titolo di Sant'Onofrio il 26 aprile 1773, riuscendo a renderlo temporaneamente inoffensivo. I suoi primi provvedimenti fecero ben sperare in un governo liberale capace di riformare la carente amministrazione dello Stato della Chiesa. Dimostrò subito notevole acume nel modo di avvalersi dei propri collaboratori. Censurò il governatore di Roma per non essere riuscito a reprimere i moti popolari che avevano funestato i 4 mesi di vacanza della sede papale, nominò un consiglio cardinalizio per porre rimedio allo stato delle finanze e ridurre il peso dell'imposizione fiscale, incaricò Nicolò Bischi di soprintendere alle spese necessarie all'acquisto di grano, ridusse le uscite annuali sopprimendo l'erogazione di molte pensioni vitalizie e adottò il metodo degli incentivi per incoraggiare lo sviluppo dell'agricoltura. Le controversie sulla Compagnia di Gesù: le circostanze con cui era stato eletto tuttavia furono per lui causa di difficoltà fin dall'inizio del pontificato. Egli infatti aveva ricevuto l'appoggio dei ministri della Corona e del partito anti-Gesuiti con il tacito accordo che avrebbe proseguito l'azione del predecessore Clemente XIV il cui editto Dominus ac Redemptor del 1773 aveva decretato lo scioglimento della Compagnia di Gesù. I rappresentanti dell'ala più conservatrice, che lo ritenevano invece favorevole ai Gesuiti, si aspettavano da lui misure in riparazione dei presunti torti ricevuti nel corso del precedente pontificato. Il risultato di queste complicazioni fu una serie di mezze misure che finirono per scontentare entrambi gli schieramenti, e questo nonostante fosse proprio per merito di Pio VI che l'ordine riuscì ad evitare il disastro nella Russia Bianca e in Slesia. Ad un certo punto sembrò addirittura che egli pensasse seriamente di ripristinarlo in tutto il mondo, in funzione di baluardo contro le idee rivoluzionarie che si stavano diffondendo. Le controversie sull'autorità papale: la Chiesa alle soglie della rivoluzione era vittima di un ostile isolamento promosso dai sovrani europei allo scopo di limitarne le prerogative. Per la verità Febronio, il principale esponente tedesco delle vecchie tesi gallicane fu costretto, non senza provocare scandalo, a ritrattare, tuttavia le sue posizioni furono fatte proprie dall'Impero austriaco. In questo paese le riforme in campo sociale e religioso intraprese da Giuseppe II e dal ministro Kaunitz mettevano in discussione la supremazia di Roma. La risposta di Pio VI fu diplomatica: il Papa prese la straordinaria decisione di visitare personalmente Vienna. Egli partì da Roma il 27 febbraio 1782 ma, sebbene fosse ricevuto con tutti gli onori dall'imperatore, alla fine la sua missione si risolse in un nulla di fatto. Nonostante ciò, qualche anno più tardi, al congresso di Ems riuscì ad arginare il desiderio di autonomia espresso da alcuni arcivescovi tedeschi. Nel Regno di Napoli il ministro degli Affari esteri Bernardo Tanucci, noto massone, sollevò delle obiezioni riguardanti i diritti feudali. All’epoca Napoli era il centro diffusore della massoneria in Italia. Il Papa, temendo il peggio, concluse un trattato difensivo con re Ferdinando IV. Nel Granducato di Toscana sorsero problemi con il granduca Pietro Lepoldo e con Scipione de' Ricci, vescovo di Pistoia e Prato, filofrancese, sulla questione della riforma in Toscana. Pio VI in entrambi i casi mostrò prudenza. Infine, Pio VI aspettò che passassero 8 anni prima di condannare le deliberazioni uscite dal Sinodo di Pistoia del 1786. L'amministrazione dello stato pontificio: il nome di Pio VI è legato ai molti, e spesso impopolari, tentativi di far rivivere i fasti e lo splendore del regno di Leone X nell'opera di promozione delle arti e delle opere pubbliche. L’Anno Santo 1775 ebbe un carattere festaiolo, distaccandosi molto dal tradizionale clima penitenziale: dalle luminarie artificiali accese sul Campidoglio alle feste tradizionali, inclusa la caratteristica corsa di cavalli lungo la via Lata (oggi via del Corso). Per abbellire Roma Pio VI mise a disposizione delle ingenti somme di denaro. Fece costruire la sacrestia di San Pietro ed erigere gli obelischi che si trovano davanti al palazzo del Quirinale, davanti a Trinità de’ Monti e in piazza Montecitorio. Nel Museo Pio-Clementino completò l’esposizione di celebri capolavori antichi. Il papato di Pio VI non fu immune da episodi di nepotismo. Quando il suo nipote Luigi Braschi Onesti si sposò con la ricchissima Falconieri, il Papa gli fece costruire e poi gli regalò un intero palazzo tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele II, oggi noto come Palazzo Braschi, opera dell’architetto imolese Cosimo Morelli, attualmente sede del Museo di Roma. Inoltre tra il 1787 ed il 1795 il nipote del Papa fece costruire a Terracina un maestoso edificio in stile neoclassico, anch'esso noto come Palazzo Braschi, come residenza privata di papa Pio VI. Un ricordo più positivo di Pio VI viene dall'inaugurazione dei Musei Vaticani, opera iniziata dal suo predecessore, e dal tentativo, problematico quanto costoso, di bonificare le paludi dell’Agro Pontino. A testimonianza di questa opera, il canale che scorre parallelo alla via Appia e che sfocia nel porto di Terracina porta ancora oggi il nome di "Lungo Linea Pio VI".


Stato: Vatican City

Data: 23/04/1953

Emissione: Pontefici

Dentelli: 13½ x 13¼

Tiratura: 450.000

Filigrana: Filigrana chiavi incrociate

Stampa: Calcografia

Bozzettista: C. Mezzana

Stato: Vatican City

Data: 04/02/2000

Emissione: I Papi e gli Anni Santi

Dentelli: 13¾

Tiratura: 450.000

Stampa: Offset